Profondo Rosso e Goblin: quando l’horror diventa sinfonia.
Magia e sold out al Castello Sforzesco
Martedì 29 luglio il Cortile delle Armi del Castello Sforzesco si è trasformato in un palcoscenico unico dove cinema, musica e culto si sono fusi in un’esperienza irripetibile. Davanti a 1500 spettatori – sold out – “Profondo Rosso” è tornato a vibrare sul grande schermo, ma con un’anima completamente nuova: quella dal vivo dei Goblin di Claudio Simonetti.
50 anni del grande capolavoro di Dario Argento
A cinquant’anni dalla sua uscita, il capolavoro di Dario Argento continua a tenere il pubblico inchiodato alla sedia. Ma stavolta l’effetto è stato amplificato da una sonorizzazione live capace di trasformare ogni scena in un momento rituale. Le sonorità taglienti, i synth ipnotici, i riff che hanno fatto scuola: tutto ha assunto una nuova dimensione, fisica ed emotiva, grazie alla straordinaria cornice milanese e alla partecipazione collettiva di un pubblico che conosceva il film a memoria, ma l’ha vissuto come fosse la prima volta.
E se la prima parte della serata ha reso omaggio a uno dei capisaldi del cinema di genere italiano, è stato il concerto vero e proprio a scatenare l’estasi collettiva. Claudio Simonetti – insieme a Daniele Amador, Cecilia Nappo e Fred Maragoni – ha preso per mano gli spettatori e li ha condotti in un viaggio sonoro nell’incubo, attraversando alcune delle colonne sonore più iconiche del cinema horror mondiale: Demoni, Opera, Il Cartaio… fino alla consacrazione finale con la tripletta Suspiria, Tenebre e Phenomena, che ha trasformato il cortile in una vera e propria cattedrale del progressive rock.
Un evento indimenticabile e una grande collaborazione
Organizzato da Gerlimusic Management, Legendclub e RocknRolla Eventi, l’evento ha confermato una verità spesso sottovalutata: la musica dei Goblin non è semplice accompagnamento visivo. È opera autonoma, è arte che respira, inquieta, sogna. Anche senza immagini, i brani di Simonetti evocano universi – e incubi – riconoscibili in ogni angolo del mondo.
Milano ha risposto con entusiasmo a questo rito collettivo, che ha unito generazioni sotto il segno di una creatività senza tempo. Una serata indimenticabile, che ha celebrato l’inquietudine, l’estetica e il genio. E che ha dimostrato – una volta per tutte – che l’horror, quando incontra la musica giusta, sa essere pura poesia.