Composto e interpretato dal chitarrista, il brano strumentale si affranca velocemente dalle morse di una categorizzazione netta sebbene – come dice lo stesso Caporale “penso si possa definire jazz sperimentale, per quanto io preferisca l’espressione meno caratterizzante di musica creativa”.
Disponibile su tutte le piattaforme digitali, The Day After rappresenta l’incipit di un nuovo atto, a chiusura di un percorso musicale ed emotivo che aveva impiegato l’artista nella realizzazione di una trilogia chiusa con l’uscita del brano Red Lizards, nel 2023.
Con The Day After, Caporale crea un’esperienza sonora intensa, in cui la chitarra diventa protagonista e guida un dialogo profondo con il pianoforte, esplorando sonorità variegate e regalando un viaggio musicale strutturato.
“Ci sono attimi che non possiamo descrivere se non con reazioni di stupore, forse anche di sgomento. Attimi senza confini, nel male come nel bene. Ma il giorno dopo tutto evapora in una calda immagine, un fotogramma sbiadito di ciò che abbiamo superato. Tra non molto saremo lì, nell’evanescenza del giorno dopo”
Il brano, della durata di circa nove minuti, si sviluppa in profondità e lunghezza, in un crescendo irregolare di intensità emotiva: inizia con delicatezza, raggiunge un culmine nella parte centrale e si placa in una chiusa pacata, come un respiro indugiato che finalmente si libera.
Giorgio Caporale, chitarrista e compositore con un percorso artistico che abbraccia vari generi e stili, è noto per il suo approccio sperimentale alla musica, sempre alla ricerca di nuove sonorità e di un’espressione personale. In The Day After, trasforma la chitarra in una voce orchestrale, capace di evocare l’effetto dei fiati che arricchiscono il brano di sfumature uniche e raffinate.
La composizione è costruita su una struttura modale, creando un effetto quasi trascendentale e invitando chi ascolta a una riflessione profonda. L’urgenza compositiva può così ben definire la rotta verso l’intimità delle persone, attivando un processo di personalizzazione dell’esperienza.
Giorgio Caporale