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Tra musica e pandemia

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L’inizio dell’anno 2020 è stato caratterizzato dalla massiccia frequenza di contagi (e successivamente di morti) a opera del virus SARS-CoV-2, il quale causa una particolare sindrome chiamata COVID-19.
A causa di ciò, i governi delle nazioni più colpite hanno ordinato misure più o meno restrittive riguardo al confinamento casalingo e alla quarantena.
Questo periodo tutt’altro che semplice ha ispirato due artisti seguiti da Gerli Music Management alla composizione e alla realizzazione di brani particolarmente accurati e descrittivi. Le canzoni, seppur rivolte a nemici diversi, sono entrambe di denuncia. Sono canzoni arrabbiate, che portano alla luce problemi tutt’ora minacciano l’uomo e che non devono assolutamente passare inosservati.

Darken M.i – Covid 19

Darken M.i, nome d’arte di Maurizio Intranova, ha intitolato la sua canzone COVID 19, come la sindrome causata dal virus.
Nel brano viene descritta la situazione venutasi a creare con la diffusione del virus. Se da una parte affronta la situazione nei panni di un normale civile, il quale si ritrova confinato in casa, dall’altra si scaglia contro i politici e i funzionari di stato, colpevoli di aver aggravato la situazione.
“Guardo la tele sì i numeri in aumento, restiamo a casa, i morti ci aspettano. Sempre i più forti complottano meglio, …”.

Un brano aggressivo e arrabbiato

Già nelle prime strofe sono racchiuse le tematiche di questo brano molto aggressivo e arrabbiato. Viene a galla il totale senso di insicurezza e di smarrimento del civile, il quale persino in casa propria non si sente totalmente al riparo e protetto. Il videoclip del brano mostra varie scene, dai politici che si accordano e si stringono la mano alle persone in giro, con mascherine e guanti e invitate dalla polizia a rimanere in casa.
Il video termina con uno spezzone di un discorso del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che recita: “Rimaniamo distanti oggi, per abbracciarci con più calore, per correre più veloci domani. Tutti insieme ce la faremo”. L’intento potrebbe essere sia ironico, dove mostra un politico visibilmente tranquillo di fronte a una grave minaccia, sia di incoraggiamento, per tutti coloro che sono rimasti chiusi in casa e hanno tenuto duro fino alla fine.

Vendetta, vendetta, vendetta: Roberto Gervasio e Michele Mirenna

Si tratta dell’ultimo lavoro del giornalista, scrittore e aforista Roberto Gervaso, morto nel giugno del 2020 all’età di 82 anni.
Durante il lockdown imposto dal governo, ha composto il brano, poi interpretato dal giovane musicista siciliano (più precisamente di Paternò) Michele Mirenna.
In numerose interviste Roberto Gervaso si racconta e spiega il perché della sua scelta riguardo le tematiche del brano. Dimostra gran coraggio e una sorprendente forza d’animo, proprio come il suo testo.
La canzone è sempre una denuncia, ma questa volta rivolta molto più generalmente verso il genere umano, colpevole di aver più volte sfruttato e deturpato il meraviglioso pianeta su cui vive e si è evoluto.

La Natura si vendica contro il genere umano

Il punto di vista è quello della Natura, la quale accusa l’uomo di tutte le nefandezze che ella è stata costretta a subire. In un momento così critico come quello che ha inghiottito ogni angolo del pianeta attaccato dal coronavirus, le parole di Roberto Gervaso hanno voluto ricordare tutte le ferite inferte dall’uomo nel corso dei secoli alla Terra.
La “Vendetta” consiste proprio nel virus che, come è ormai risaputo, ha minacciato e tutt’ora minaccia l’uomo. Recita “Pandemico virus foriero, nuovo diluvio universale …”, come se il virus fosse una punizione, appunto una vendetta, contro tutti i torti subiti. Il paragone col diluvio biblico è, effettivamente, molto azzeccato e minaccioso.
La voce graffiante di Mirenna dà un’ulteriore caricatura rabbiosa e ferita al testo di denuncia.
Già in passato il cantante si era tuffato in tematiche difficili, in posizione scomode, in cui è uno dei pochi a portare a galla argomenti troppo spesso fatti passare in sordina.